Ma cosa c’entra il giardino di Candide?
Il sottotitolo completo è “Il giardino di Vaga- Candide†Perché il giardino? In “Candide†il protagonista alla fine pronuncia una frase che fa capire che ha cambiato idea. Prima pensava che non ci fosse nulla da fare, perché tutto è già determinato; alla fine ha la buona idea di coltivare il proprio giardino, che vuol dire lavorare per costruire dei rapporti che diano frutto. Allora non crede più che tutto sia dato, anche se occorre fare un lavoro per arrivarci.
Ed è quello che tenta di fare Vaga, a dire il vero molto timidamente. Infatti spesso rimanda le cose che desidera fare.
Dal romanzo si coglie che Vaga non è la sola ad avere idee balorde in testa …
Infatti incontra persone che si fanno rovinare la vita da idee fisse e che per questo rinunciano ad avere successo, pur non mancando loro niente per raggiungerlo.
Ci sono dei personaggi minori nel romanzo che accompagnano la vicenda di Vaga e compagnia, quale di questi personaggi ti sei divertita a descrivere?
Un tipo bizzarro che Vaga e il marito incontrano in vacanza e che chiede in affitto un piccolo appartamentino. Quest’uomo è un professionista che probabilmente quando segue la sua professione è un tipo serio, ma quando parla d’amore si comporta come una macchietta degna di far parte di una commedia di Toto’ e Peppino De Filippo e ciò che dice è farsesco, ridicolo.
Sul dietro di copertina leggo che Vaga è una spudorata. Perché lo è?
Perché Vaga mette in piazza tutti i suoi pensieri, ma non solo, e fa questo a differenza di quando era adolescente in cui si chiudeva a riccio perché aveva l’idea balorda che i panni sporchi si lavano in famiglia.
Ora sa che è inutile censurare pensieri, azioni e omissioni perché il raccontarli è liberante, permette di legare con altri perché questi possono ritrovare pensieri che anche loro hanno avuto e dopo averli letti nel romanzo non sentirsi più unici al mondo.
E’ salutare riconoscere che non siamo i soli a fare certe esperienze.